Tiziana Biondi, La lotta per i diritti oggi più urgente che mai
L’attivista di Stonewall Siracusa oggi è impegnata con le altre associazioni del territorio per offrire aiuti alle persone in difficoltà per la crisi
Oggi AltreStorie approda a Siracusa, dove abbiamo raggiunto l’infaticabile Tiziana Biondi, 47enne vicepresidente di Stonewall, di cui è stata fondatrice e presidente.
Ma il suo attivismo, come potrete leggere, non si ferma all’impegno nella comunità Lgbtqi+. Da sempre impegnata in Arci e Arciragazzi è stata tra le promotrici dell’evento nazionale Educare alle Differenze e dell’omonima associazione nata a livello nazionale proprio da quell’esperienza.
Per chi non la conoscesse ci parli di Stonewall, delle sue attività?
Stonewall, attualmente presieduta da Alessandro Bottaro, è un’associazione di volontariato, apolitica e apartitica, democratica e indipendente.
Sin dalla sua fondazione, avvenuta l’8 ottobre del 2008, ha sempre operato contro le discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale e di genere, cercando di rimuovere tutti gli ostacoli di ordine socio-culturale che da sempre limitano la libertà di gay, lesbiche, bisessuali e trans.
Oltre a organizzare e promuovere eventi formativi e culturali, l’associazione offre consulenza e supporto psicologico e legale alle persone Lgbtq+ e loro familiari e svolge attività formativa in collaborazione con istituti scolastici, enti pubblici e privati al fine di diffondere la cultura della pari dignità delle persone con differente orientamento sessuale e per prevenire e contrastare ogni forma di discriminazione e/o violenza.
Dal 2014 Stonewall è co organizzatrice e co-promotrice insieme alle associazioni SCOSSE di Roma, che lo ha ideato, e Il Progetto Alice di Bologna di Educare Alle Differenze – Giornate Nazionali per l’Educazione alle Differenze nelle Scuole di ogni ordine e grado.
Tiziana Biondi, classe ’73, agrigentina di nascita, siracusana d’adozione. Cofondatrice dell’associazione STONEWALL, di cui è stata presidente e oggi vice presidente.
Cresciuta a pane Arci e Arciagazzi, si definisce una donna, lesbica, femminista e un’attivista per i diritti civili e umani.
Dal 2005 follemente innamorata della sua Carmen con la quale si è unita civilmente il 23 dicembre del 2016.
A Stonewall come state affrontando l’epidemia di coronavirus e le misure conseguenti?
Durante questo periodo di distanziamento fisico obbligatorio (aborriamo l’espressione “distanziamento sociale“) l’associazione ha continuato a offrire alcuni dei servizi che normalmente offre:
- Il telefono amico – per l’ascolto e il supporto delle persone LGBT+ e loro familiari.
- La Psicologa Risponde – Una linea amica, un servizio e-mail gratuito di counseling on line, gestito da psicologi, psicoterapeuti e sessuologi, che collaborano con l’associazione, rivolto a tutte e tutti coloro che sentono il bisogno di un supporto, per aver subìto discriminazioni a scuola, in famiglia o sul posto di lavoro, per far fronte a problemi di coppia, per chiarire i propri dubbi o per affrontare momenti di solitudine e scoramento. Supporto, consulenza e sostegno psicologico e legale.
- E infine Open Space LGBT+ – gruppo di counseling psicologico condotto, in modalità “on line”, dallo psicologo Andrea Malpasso e dalla psicologa e psicoterapeuta Emma Lo Magro.
Sei molto impegnata nelle iniziative sociali che affrontano la crisi generata dall’epidemia. Con che realtà vi state confrontando? Quali sono i principali problemi e bisogni che sono emersi nelle scorse settimane e che risposte avete messo in campo?
Da quando è iniziata la pandemia, ho pensato che avrei potuto mettere a disposizione, anche di altre associazioni, le mie competenze e il mio tempo. Le emergenze nell’ emergenza sono state chiare sin da subito: povertà e solitudine. Tante le persone rimaste isolate dai loro affetti e dalla rete amicale che di fatto ne costituiva la loro “iperfamiglia”.
Attualmente collaboro con i meravigliosi volontari e volontarie delle associazioni “ASTREA in memoria di Stefano Biondo”, ARCI Siracusa e Zuimama Arciragazzi che stanno facendo un gran lavoro per far fronte ai bisogni di tante ciattadine e cittadini e tante famiglie che necessitano di alimenti e generi di prima necessità. Con loro abbiamo distribuito aiuti a tantissime persone che si sono trovate improvvisamente in difficoltà e che si vergognavano persino a chiedere.
Ho messo a disposizione anche le mie competenze sulla comunicazione coi social media per la ricerca di risorse economiche e per diffondere notizie e informazioni utili.
Insieme all’addetta stampa di Stonewall e ad alcune amiche abbiamo messo su anche una trasmissione che va in diretta ogni giorno dal nome che ne spiega la mission “CONNESSIONI SOLIDALI”
Sul piano personale invece, come stai vivendo questo periodo di quarantena? Come sono cambiati il tuo lavoro, le tue abitudini, le tue relazioni?
Mi ritengo molto fortunata poiché sto condividendo la quarantena con la persona che amo che rappresenta il pilastro della mia esistenza e cioè mia moglie Carmen.
Ovviamente mi sento orfana dei miei affetti familiari (vedo mia madre, mia sorella e miei adorati nipoti solo tramite videochiamata) e della mia preziosa rete amicale che rappresenta per me una seconda grande e preziosa famiglia.
Dal punto di vista lavorativo le cose non vanno benissimo poiché sono disoccupata dal mese di marzo del 2019 e trovare una nuova occupazione in questo periodo è estremamente complicato. Ma chi mi conosce sa che sono una persona che non si scoraggia facilmente e pertanto sto impiegando il mio tempo a studiare e a frequentare dei corsi di formazione on line poiché spero di reinventarmi presto, lavorativamente parlando.
Il virus e le misure per contrastarlo hanno avuto un impatto enorme sulla socialità e anche sugli spazi di aggregazione Lgbtqi, come associazioni, serate, locali, eventi culturali. Come ripartire, come saranno i prossimi mesi?
A Siracusa, Stonewall insieme ad Arcigay Siracusa e ad altre associazioni cittadine aveva cominciato a lavorare al Pride 2020 e a tante altre iniziative che ha dovuto sospendere.
Saranno mesi complicati e di certo bisognerà attendere l’evolversi della situazione. Ma abbiamo già in mente di organizzare, non appena sarà possibile, degli eventi, sia all’aperto, garantendo norme e distanze di sicurezza e sia utilizzando la modalità “on line” . Penso faranno lo stesso le altre associazioni.
Molto più complessa è invece la situazione dei gestori dei locali o di serate lgbt+ che come tutti i piccoli e grandi imprenditori e i lavoratori di quasi tutti i settori si trovano in grande difficoltà.
Dopo quel che sta succedendo in Italia e nel mondo come ti immagini il futuro a livello politico, sociale ed economico? Quali conseguenze, rischi, ma anche nuove sfide o possibilità?
Il futuro che ci aspetta di certo non sarà roseo, a livello economico e sociale, tanto c’è da fare e riscostruire e tanto c’era da fare e non è stato fatto. La rinascita sociale ed economica del nostro Paese dipende quasi totalmente da chi ci governa e dalla classe politica che si è mostrata fino ad oggi non molto preparata ad affrontare questa situazione.
C’è da lavorare molto alla sanità, il cui modello si è dimostrato essere fallimentare e inadeguato, e che dire del wellfare e delle politiche per il lavoro e per il sostegno alle famiglie ? Temo le risposte siano sotto gli occhi di tutte e tutti noi. In tutto questo c’è da vigilare per arginare la deriva populista, sovranista e nazionalista che costituiscono una minaccia alla democrazia e a quanto di buono c’è nel nostro Paese.
Infine qual è oggi secondo te la prospettiva che si apre nella lotta per i diritti e la liberazione sessuale?
La comunità Lgbtq+ e il mondo dell’associazionismo che si batte per i diritti civili e umani, si troverà ad affrontare un periodo ancora più complicato. Temo infatti che per tante forze politiche quella dei diritti delle persone Lgbtq+ non sia più una priorità, sebbene, sono sempre più convinta, che lo sia oggi ancor di più.
Non appena possibile dovremo scendere in piazza per chiedere a gran voce una legge contro l’omotransbifobia, l’inserimento all’interno della legge sull’unione civile, di una norma che riconosca la “step child adoption” o magari il matrimonio egualitario, affinchè, come più volte detto dal premier Conte, nessuno e nessuna resti indietro…